Il rasoio di Occam e l'importanza della semplicità
Torniamo a concentrarci sulle cose più semplici.
“È inutile fare con più, ciò che si può fare con meno”
Questo disse nel XIV secolo un frate francescano di nome Guglielmo di Occam. In latino, chiaramente.
Applicata alla scienza questa frase ci dice che, quando ci sono più spiegazioni per lo stesso fenomeno, conviene partire da quella più semplice.
Come un rasoio, che quando passa taglia gli elementi superflui lasciando solamente quelli più importanti.
In pratica, il rasoio di Occam (così è stato definito) ci consiglia di non complicarci la vita se non è necessario.
E se nasce come principio scientifico, utile per semplificare concetti a volte espressi in maniera troppo complessa, trovo che in realtà dovrebbe entrare più spesso nelle nostre vite.
Come? Ora ve lo spiego.
Il rasoio di Occam infatti potrebbe portare moltissimi benefici nella nostra quotidianità.
Potrebbe per esempio renderci più ottimisti.
Ipotizziamo di avere il naso chiuso.
Se inseriamo i nostri sintomi su Google e cerchiamo la possibile causa, molto probabilmente ci direbbe che abbiamo una patologia gravissima e che ci rimangono 7 giorni di vita.
In realtà, grazie al rasoio di Occam, è molto più probabile che abbiamo un semplicissimo raffreddore.
Il rasoio potrebbe essere utile anche quando stiamo comunicando.
Ogilvy, colui che viene ritenuto “il padre della pubblicità”, creò una breve guida su come scrivere.
Uno dei punti diceva: usa parole corte, frasi corte, paragrafi corti.
Questo implica che, se vogliamo che un testo funzioni, dobbiamo tagliare tutto il superfluo.
Se qualcosa non è utile a veicolare il nostro messaggio, che senso ha dirlo?
A maggior ragione oggi, dove l’attenzione è sfuggente e ogni parola in più leva del tempo a chi ci sta leggendo.
In generale però ritengo che il rasoio dovrebbe diventare proprio uno stile di vita.
Negli anni siamo stati abituati ad avere tanto di tutto e i nostri occhi, abituati ad avere sempre di più, cadono spesso sulle cose più complesse e che ci danno la sensazione di essere più di “pregio”.
Se il cameriere ci descrive con parole strane e articolate un piatto ci farà credere che è di una qualità altissima.
Se un artista inventa una storia incredibile per una sua opera, la gente sarà tipo “wow”.
E magari è davvero così, ma perché il piatto è buono o l’opera è bella. Non solo per come vengono descritti.
Perché se facciamo attenzione solo allo strato superficiale, rischiamo di perdere l’occasione di vedere ciò che sta più a fondo. E, magari, non scoprire cose fantastiche che da fuori non hanno i ghirigori tipici del nostro tempo.
Perciò, come ci consigliò un frate nel 14° secolo, cerchiamo di partire dalle cose più semplici.
O, come disse qualcuno più recentemente, “keep it simple”.
È finalmente arrivata, signore e signori!
La TikTokizzazione della vita reale.
Da un bel po’ di mesi (forse da qualche anno) le persone fanno sempre più difficoltà a concentrarsi per un periodo di tempo prolungato e la loro attenzione scema sempre più velocemente.
L’hanno capito anche i creator su TikTok, che stanno cercando nuovi modi per “mantenere” gli utenti e non farli scappare dai loro video.
Così, da qualche tempo, si sono inventati un metodo che sta funzionando da morire:
Lo split screen con più video in contemporanea.
Come funziona? In pratica c’è un video principale e, sotto, un video secondario.
Nel video principale di solito ci sono interviste, spezzoni di film, scene di qualche cartone animato.
In quello secondario invece ci sono pezzi di gameplay (come GTA, Minecraft, Subway Surfers…) oppure video “soddisfacenti” tipo una pressa idraulica che schiaccia cose.
Qui sotto qualche esempio:
Dato che le persone hanno bisogno di essere stimolate sempre di più, questo fenomeno ha preso piede alla grande, tanto che alcune pagine pubblicano solamente contenuti di questo tipo, diventando virali in tutto il mondo con decine di milioni di views su ogni video.
È stato talmente tanto normalizzato che uno dei miei meme preferiti dell’ultimo periodo è il trend di persone che, in contesti normali tipo una discussione a tavola, ti chiedono “Hey, stai perdendo la mia attenzione?” e poi tirano fuori un pc con un gameplay di qualcosa, per sperare che torni a concentrarti su di loro.
Esattamente come se si fosse su TikTok. Bellissimo.
Ecco, arriviamo all’incipit di questo fagiolino: questa cosa è avvenuta anche nella vita reale, durante un concerto!
Durante il concerto dal vivo del gruppo “The 1975” c’era un maxi schermo.
E qui da una parte era proiettata una ripresa del cantante, dall’altra un “video soddisfacente”. È stato ricreato quindi il famoso split screen tipico di TikTok:
Ecco, loro geniali, ma sta roba ci sta friggendo il cervello.
Qui trovate il video originale.
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Personalmente penso che, se ai concerti la gente ha bisogno di video di 'supporto' per ricalibrare l'attenzione sulla band che sta suonando, beh.. siamo alla frutta. Un concerto, una delle esperienze sensoriali piu' totalizzanti, non dovrebbe aver bisogno di questi stratagemmi.. o no? Non so, mi preoccupa la direzione che potrebbe prendere questa pratica. Staremo a vedere.
Sempre bello leggerti!