Jeff nasce negli anni 60 e trascorre un’infanzia abbastanza travagliata.
I suoi genitori si lasciano quando lui è ancora in tenera età e cresce con un padre adottivo.
Ha da subito la passione per le attività manuali finché non scopre i computer, da lì aumenta il suo interessa per l’informatica che lo porterà a laurearsi proprio in questa materia.
Trova lavoro in diverse aziende di Wall Street, per poi concentrarsi a tempo pieno sul suo nuovo progetto: Amazon, che lancia nel 1995.
Ecco, molto brevemente questa è la storia dell’ascesa di Jeff Bezos, uno degli uomini più ricchi e di successo al mondo.
Storie come questa ci piacciono da impazzire, il ragazzo che parte dal proprio garage e crea un impero ci motiva, ci fa credere che “se vuoi puoi”.
Una dei filoni narrativi più ricorrenti degli ultimi anni infatti è proprio quello delle storie di successo, basta aprire LinkedIn o la rivista di Forbes per trovarne a bizzeffe.
Questo tipo di contenuti però è misleading, nel senso che ci racconta solo una piccolissima parte di come funzionano le cose veramente.
Dietro qualcuno che ce la fa, ci sono migliaia (se non milioni) di persone che “non ce la fanno“, che partono con progetti ambiziosi ma che poi, per le più disparate dinamiche che entrano in gioco quando si ha a che fare con la vita reale, non riescono a raggiungere.
La normalità che ci circonda infatti è composta principalmente da delle storie di insuccesso, solo che il “bombardamento motivazionale” che perennemente troviamo in giro non ce ne fa rendere conto.
Lo storytelling che ci spinge a guardare solamente chi ha raggiunto i propri obiettivi basa le radici sul bias del sopravvissuto, ossia quell’errore cognitivo che ci fa concentrare sull’azienda di successo (sopravvissuta) ignorando completamente tutte quelle che sono affondate.
Le storie di successo (soprattutto quelle di ultra-successo come quella di Bezos) sono appunto delle belle storie, ma non devono essere il nostro punto di riferimento altrimenti rischiamo di venire ispirati nella maniera sbagliata.
In che senso?
Se proviamo a replicare passo-passo il percorso di qualche miliardario, quasi sicuramente falliremo nella maniera più totale.
Certo, da una parte perché il prodotto o il servizio in questione esistono già, ma soprattutto perché sono cambiate le situazioni sociali, politiche, demografiche (…) rispetto a quando ha operato chi invece ha fatto fortuna.
Proprio per questo, Jeff Bezos per creare Amazon è stato sicuramente un imprenditore visionario con capacità fuori dalla norma, ma se oggi dovesse ripartire da zero, senza soldi e senza che la gente conoscesse il suo nome, riuscirebbe a ricreare un’azienda miliardaria?
Forse sì, molto probabilmente no.
Non perché gli manchino le skill, ma perché all’epoca ha potuto godere di un sistema differente, l’avvento di internet, la crescita degli e-commerce e l’esplosione dei pagamenti elettronici… tutte situazioni che oggi non ci sono più.
Dalla storia di Bezos quindi dobbiamo capire cosa ci può essere utile da cucire su di noi, e cosa invece ha fatto parte di una condizione esterna che chiaramente non è più replicabile.
E questo con tutte le storie di successo che vediamo.
Altrimenti rischiamo di farci motivare dalle cose sbagliate e, alla fine, fallire come tutti “gli invisibili” che non appaiono nelle storie di questo tipo.
Le previsioni del meteo ti fanno incazzare perché non c’azzeccano mai?
In realtà non è propriamente così, è tutto un discorso statistico che viene spiegato qua.
Turing test, ma al contrario: chi è l’umano nella stanza?
Un “esperimento” ha messo a confronto vari modelli di AI, che hanno impersonato dei personaggi storici, e dopo aver conversato tra loro devono capire chi è l’intruso umano. Il video qua.
“A cosa stai pensando?”
”All’immortalità del granchio”
In italiano quello che hai letto non ha assolutamente nessun senso, ma in spagnolo significa “sognare ad occhi aperti”. E c’è una pagina di Wikipedia che lo spiega.
Oggi news un po’ più snella che sto traslocando e sono abbastanza preso, ci sentiamo il prossimo giovedì :)
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Non avresti potuto essere migliore nella spiegazione
Interessante, efficace e, soprattutto utile davvero: io ho una bambina, non le insegnerò mai ad usare da bussola gli esempi alla Jeff
Piuttosto, la "informerò" che in taluni casi, per un'incastro anche fortuito di condizioni, può succedere l'esplosione di successo con origine il garage.. ma, in tutti gli altri casi e, vale a dire la realtà, la strategia deve essere fondata sulle proprie competenze, su impegno e sulla continuità di formazione e impegno sempre.
grazie Mattia 👋👋
Ciao Mattia, trovo sempre dei parallelismi con il mio lavoro. Questo mi permette di riflettere sulle buone pratiche e su come non sia mai scontato metterci un pensiero in quello che si fa.
Grazie