Se ti è venuto il dubbio leggendo il titolo non preoccuparti, penso che poche altre persone sappiano rispondere con certezza a questa domanda.
La cosa bella è che questa non è l’unica domanda ad avere una risposta incerta.
Un altro esempio: Pikachu ha un segno sulla coda oppure no? Qual è la versione giusta tra quelle qui sotto?
Una domanda senza risposta certa era venuta anche ai protagonisti della serie The Office, che in un episodio si erano chiesti se un personaggio (Stanley) avesse o no i baffi.
E nessuno se lo ricordava.
Ma il caso più famoso è stato quello legato a Nelson Mandela.
Mandela è stato un attivista che ha passato oltre 20 anni della sua vita in prigione.
Nel 2009, durante un convegno, la ricercatrice Fiona Broome disse di essere certa che Mandela fosse morto durante il periodo in cui era in galera.
A sostegno della sua tesi disse che ricordava addirittura la trasmissione in diretta del funerale durante gli anni ’80.
Anche altre persone in sala furono d’accordo con lei, e ognuno ricordava dei dettagli diversi che in qualche modo comprovavano la sua morte.
Insomma, tutti credevano che Mandela fosse morto.
La cosa assurda?
Mandela in realtà morì nel 2013, quindi 4 anni dopo il convegno stesso e sicuramente non mentre era in prigione.
Questo caso diventò così famoso che venne coniato “L’Effetto Mandela”.
L’Effetto Mandela è una sorta di allucinazione collettiva che parte da un falso ricordo.
In pratica, chi prova questo effetto è convinto di aver visto o vissuto una determinata situazione, quando invece parti di essa (o magari anche tutta) sono frutto dell’immaginazione.
Ed è assurdo perché non colpisce singolarmente, bensì a livello di comunità, tanto che persone da diverse parti del mondo, con passati e personalità diverse, arrivano a credere che una cosa sia avvenuta in un determinato modo, quando invece non è così.
Ma com’è possibile che in tantissimi credessero Mandela fosse morto in prigione?
Ci sono tante teorie a riguardo: una di queste dice che, quando non si ha la conoscenza diretta di qualcosa, il nostro cervello cerca di unire i puntini seguendo il percorso che gli sembra più logico.
Quindi, se non sappiamo come sia morto Mandela (e soprattutto SE sia morto), la logica può far credere che sia morto durante il duro periodo in carcere.
Ma questa è solo una delle teorie: un’altra è quella delle “memorie false”.
Nelle scuole americane insegnano che Alexander Hamilton fu uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, di cui però non ne fu mai presidente. Ma quando poi viene chiesto “Hamilton fu presidente?”, in moltissimi rispondono di sì.
Perché?
Questo avviene perché Hamilton viene memorizzato nella zona del cervello dove vengono salvati i nomi dei presidenti, il collegamento cognitivo è lo stesso e da qui viene l’errore (qui trovate la spiegazione più ampia).
L’effetto Mandela quindi è reale, ancora più accentuato da quando esistono i social dato che permettono a tutto il mondo di essere connesso contemporaneamente, e quindi anche di far credere agli stessi miti più persone.
Come tutto ciò che riguarda internet ci sono anche le teorie complottiste: una di queste sostiene che il CERN avrebbe creato infinite realtà parallele e i falsi ricordi che le persone vivono in realtà sarebbero frammenti di un passato che esisteva veramente.
Oppure che i poteri forti stiano facendo gaslighting su di noi per vedere quanto creduloni siamo e in futuro proporci credenze a favore dei governi.
Tornando sulla terra, sicuramente l’Effetto Mandela è affascinante… anche perché, alla fine di tutto, sto omino del Monopoly aveva l’occhiale oppure no?
(Spoiler: no)
L’altro giorno mi ha scritto una persona su Linkedin e mi ha chiesto: “i tuoi contenuti sono sempre attuali e interessanti, dove trovi le idee?“.
Gli ho risposto: “sui social”.
Lui non ci credeva.
La narrazione che si è creata intorno ai social (soprattutto in quest’ultimo periodo) per me è assurda.
“Gli influencer sono brutti e cattivi, internet ci fa perdere tempo, è molto più produttivo leggere un libro…” e come sempre si finisce a fare di tutta l’erba un fascio.
Ma la verità è che siamo noi padroni di ciò che facciamo.
Così come guardiamo contenuti di profili che parlano di cose superficiali, possiamo scegliere di seguire persone “utili”, esperti che possono insegnarci qualcosa, creator che sanno ispirarci e motivarci.
Non dobbiamo utilizzare meno i social.
Dobbiamo imparare a utilizzarli meglio.
Perciò smettiamo di scorrere il feed all’infinito e cominciamo a cercare contenuti che possano rendere la nostra vita migliore.
E anche per oggi è tutto guys, al prossimo giovedì :)
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I tuoi sono sicuramente tra i contenuti migliori che scelgo di leggere sui social. Grazie!
Tempo non ne ho, ma per leggerti lo trovo sempre. Complimenti per i contenuti!!