Avete visto che abbiamo fatto il rebranding di Legolize?
Ebbene sì, basta Lego, da adesso abbiamo i nostri personaggi.
Di annunci ne abbiamo fatti un po’, se ne volete uno bello romanzato lo trovate qui, se ne volete uno un pelo più tecnico qui.
La versione che manca però è quella più personale, senza tutti i ghirigori per i social.
Perché, se per esempio sotto al post di Instagram si è scatenato un putiferio di persone furiose che con i forconi protestavano dicendo di tornare alla versione precedente, dai vari post non traspare ciò che abbiamo vissuto per arrivare a questa decisione e ciò che abbiamo fatto per cambiare.
Dividerò la riflessione in tre parti.
1. Il business
Questa parte sarà molto breve.
Cose fattuali: Lego è un marchio registrato.
Negli anni abbiamo dovuto rinunciare a diversi progetti “offline” semplicemente perché vendere un libro oppure una maglietta con un marchio registrato non si può fare.
Se il brand invece è tuo puoi fare quello che ti pare.
E noi volevamo fare quello che ci pare.
2. I Lego
C’è sempre stato un inside joke nel team di Legolize quando facevamo una call con un potenziale cliente.
Se il cliente in questione esordiva con “sono sempre stato un grande fan dei Lego” sapevamo che, probabilmente, con quel cliente non ci avremmo collaborato.
Certo, raccontata così fa ridere (e in realtà è anche un’iperbole, dato che con alcuni poi abbiamo fatto anche dei lavori super) ma nasconde una grande verità, che ho capito col tempo.
Infatti, quando qualcuno ci approcciava per il fatto dei Lego, involontariamente stava ignorando il vero motivo per il quale siamo nati, che di base è la nostra mission.
Far ridere.
L’idea iniziale dalla quale nasce Legolize era di far dire cose divertenti agli omini, sfruttando la loro espressività e la loro iconicità, certo, inutile girarci attorno, ma tutto nasce dall’umorismo.
Quindi, se qualcuno vedeva una vignetta di Legolize e l’unica cosa che gli veniva in mente erano i Lego, voleva dire che non aveva capito nulla del nostro progetto.
Pensare che ora non abbiamo più questo legame e i personaggi sono tornati al loro significato originale (cioè quello di essere uno strumento di comunicazione) mi dà un senso di pace infinito.
Niente più “ma quanto siete appassionati di Lego?”, niente più “ma quanti Lego avete a casa?”, niente più storie sulla Lego.
E mi raccomando, se mi vedete non chiedetemi “ma non ti manca usare i Lego?”. Potrei non rispondere delle mie azioni.
3. I nuovi inizi
Provo sempre una tensione positiva quando penso alle cose nuove, una sorta di eccitazione.
Di solito il mio iter è questo: tendo a crearmi una routine che, dopo qualche tempo, mi piace improvvisamente spezzare.
E, dopo 7 anni di progetto, potete immaginare che la routine fosse ormai bella solida, perciò appena nell’aria si è percepita la possibilità di cambiare ho spinto forte verso quella direzione.
Fare qualcosa di nuovo ci riempie di stimoli, l’ho visto proprio in queste settimane: avere dei protagonisti nuovi ha motivato alla grande tutto il team.
E per un progetto come questo è fondamentale essere sempre presi al 100%. Solo così possono venire nuove idee incredibili.
Può piacere, può non piacere, questa è stata la nostra decisione.
Capisco benissimo le critiche, capisco la frustrazione, capisco chi ci dice che “eravamo meglio prima”. Non capisco chi invece dice che questo cambiamento fa schifo a prescindere, non capisco i bastian contrari, non capisco i disfattisti.
Con Legolize siamo partiti, da 0, più di 7 anni fa.
Non siamo una meteora, non siamo dei TikToker nati da un giorno all’altro. Per raggiungere tutto questi abbiamo lavorato sodo e studiato.
Conosciamo i social, sono casa nostra.
E conosciamo anche i rischi: ripeto, capisco benissimo chi non apprezza questo nuovo modo di comunicare.
Siamo consapevoli che cambiare improvvisamente può avere esiti imprevisti, questa è la nostra scommessa.
Ma solo chi gioca alla fine può vincere qualcosa.
(Non è un invito alla ludopatia)
Per finire, vi siete mai chiesti come funziona il processo di creazione e raccolta della pizza che mangiamo ogni giorno?
Ecco, più o meno così:
Era necessaria una conclusione scema dopo tutta questa serietà.
Ci sentiamo il prossimo giovedì :)
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C'è chi si è affezionato al progetto in sé e chi al progetto per i lego, e molto probabilmente non se ne è accorto.
Per me questi sono quelli che hanno detto no a prescindere. Forse è meglio perderli, no?
Anche io mi sento un po' spaesato in questi primi momenti, ma lo ritengo normale e ci vorrà un po' di tempo perché questo diventi il "new normal"
Ben venga il cambiamento e in bocca al lupo!
Sette anni sono anche troppi, che aspettavate? 😎 Forza! Go on!