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Francesco Casaril's avatar

Il miglior antidoto che conosca?

Il motto di mia nonna (in dialetto istro-veneto):

ti sa cosa me importa a mi de lori? Come a lori de mi.

A quel punto, niente interazioni, niente algoritmo che ti bersaglia. Al massimo qualche titolo inevitabile.

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LiberDaedalus's avatar

Domandiamoci: perché interagiamo sui social? Lo facciamo per avere una finestra diretta sulla realtà e per poter interagire con questa realtà, cosa che con altri sistemi di informazione come giornali e TV non ci è consentita. Questa è un'aspirazione lecita, persino nobile... Peccato che il gioco di rappresentazione della realtà dietro quella finestra sia fortemente distorto: noi la percepiamo come realtà, ma quello che ci arriva e le reazioni ai nostri post sono manipolati in primo luogo dalla nostra modalità stessa di interazione, dove la prima percezione emotiva, vera o falsa che sia, prevale sulla verifica della verità e sul ragionamento; in secondo interviene la manipolazione di algoritmi che falsano le proporzioni della realtà esaltando i messaggi che scatenano o possono scatenare più reazioni.

Avete presente quando il microfono di un cantante genera il fastidiosissimo fischio? si chiama effetto larsen ed è l'esaltazione di segnale sonoro che viene selettivamente amplificato a ciclo continuo attraverso l'amplificatore fino a saturare a la capacità dell'amplificatore stesso. Ora, nei social l'amplificatore siamo noi, e siamo un amplificatore enorme: decine e centinaia di milioni di utenti messi in corto circuito dagli algoritmi.

Chi vuole vedere un esempio di come funziona questo fenomeno, vada a cercare il ruolo che gli algoritmi di Facebook hanno avuto nelle violenze, uccisioni e pulizia etnica dei Rohingya nel 2017 in Myanmar.

Consentire che la realtà percepita venga distorta dovrebbe essere vietato: se una persona su un milione pubblica una affermazione, magari falsa e delirante, deve essere rispettato il fatto che si tratta di una sola su un milione e devono essere agganciabili anche gli eventuali post non emotivi e quindi non virali, che però discutono su tale affermazione magari spiegando come sia falsa o sbagliata. Questo senza interventi algoritmici che falsino il gioco ed il senso delle proporzioni. Siamo già capaci di farci del male da soli senza bisogno che fenomeni di massa emotivi vengano esaltati artificialmente.

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