Supereroi e cambiamenti
È possibile diventare persone migliori vedendo ciò che è successo alla Marvel?
Vi scrivo dal Giappone.
Sono arrivato un po’ di giorni fa e ci starò ancora circa una settimana.
Il viaggio di andata è stato lunghissimo, 10 ore da Milano a Pechino per lo scalo, 24 ore di viaggio totali.
Durante il volo, cercando di battere il sonno, ho guardato un film: “Shazam”, la storia di un ragazzo che a un certo punto si ritrova con dei super poteri e deve combattere il cattivo che vuole distruggere il mondo.
Come?
Mi state dicendo che la trama l’avete già sentita ed è la stessa di mediamente tutti i film con i supereroi?
Era il 2008 quando l’industria cinematografica stava per essere stravolta: nelle sale usciva Iron Man, il primo film della saga Marvel che di fatto ha introdotto il grande pubblico al mondo dei supereroi.
Da lì è stata un’escalation: sono stati prodotti sempre più film con i supereroi fino ad arrivare al biennio di massimo splendore, cioè il 2018/2019, quando nelle sale uscirono Avengers Infinity War e Endgame, che generarono quasi 5 miliardi di dollari di incassi.
Numeri incredibili, che hanno spinto di conseguenza le case cinematografiche a sfruttare sempre di più questo interesse del pubblico e spremere al massimo l’industria.
In questo fenomeno Walt Disney fu un precursore.
Un po’ di tempo fa girava una frase che diceva che, prima della sua morte, una delle volontà di Disney fu che i grandi classici dovevano essere rifatti ogni 10 anni, in maniera che tutte le generazioni di bambini successive potessero goderne.
Questa tesi è stata poi smentita, Disney non ha mai espresso questo desiderio, tuttavia c’è un fondo di verità: tra il 1942 e il 1957, Disney fece uscire il film di Bambi tre volte, a distanza di sette anni l’uno dall’altro.
Si scoprì poi essere una sorta di test che gli fece capire quanti soldi in più poteva generare pubblicando e ripubblicando lo stesso film.
Quindi voleva colpire sì generazioni diverse, ma con finalità commerciali.
Bella la versione romanzata della cultura cinematografica per tutti i bambini eh, ma alla fine tutto è sempre mosso dal denaro.
È avvenuto con la Disney, ma in tempi più recenti sta accadendo quindi anche con i film sui supereroi: un trita e ritrita di film rifatti, sequel, prequel e chi più ne ha più ne metta.
Solo che se, come dicevo sopra, il biennio di massimo splendore della Marvel è stato nel 2018/19, il periodo successivo di “spremitura della vacca grassa” ha portato a un flusso talmente ampio di film e serie tv sul tema che il pubblico ha accusato quella che viene definita superhero fatigue.
In pratica, la gente non ne può più dei supereroi.
E lo dicono i numeri, che dimostrano come le ultime uscite siano state quasi dei fallimenti. Al contrario, i 3 film di maggior successo nel 2023 sono stati completamente originali: Barbie, Super Mario e Oppenheimer.
Sono quindi dell’idea che se una cosa è bella sia giusto sfruttarla: con la Marvel abbiamo visto quanto interesse ci fosse da parte del pubblico che per anni voleva continuare a vedere l’universo di cui si era innamorato.
Dall’altra parte però penso ad alcune serie tv che sono così belle perché si chiudono dopo il giusto numero di stagioni, o ad alcuni film cult che hanno fatto la storia senza avere un sequel.
Questo lo ritengo un grande insegnamento di vita.
Non necessariamente “quantità” è simbolo di qualcosa di positivo.
Spesso infatti c’è il bisogno di cambiare, passare oltre, non focalizzarsi troppo sul passato.
Le persone hanno bisogno di nuovi stimoli, avere a che fare sempre con le stesse cose invece può essere deleterio.
Twitter è anche il posto delle inchieste: un utente ha analizzato come sia avvenuta la “melificazione” dei succhi di frutta. In pratica in OGNI succo di frutta, anche se non c’è scritto in primo piano sull’etichetta, è presente una quantità abbondante di succo di mela.
Una persona negli Stati Uniti ha cambiato il nome in “Literally Anybody Else” e si è candidato alle elezioni.
Quindi, oltre a Trump e Biden, si può votare anche “Letteralmente chiunque altro”.
Incredibile, e questo articolo che spiega nel dettaglio cosa è successo mi fa ridere perché quando fa riferimento alla persona in questione lo chiama “Else”, letteralmente per cognome.
Trovo che una delle cose più incredibili è quando qualcuno riesce a descrivere con precisione momenti ed emozioni abbastanza specifiche, ma con cui si entra in empatia anche se non le si è mai vissute.
In questo tweet un’artista racconta la sensazione di quando “in una relazione a distanza rivedi il tuo partner, ma siete nel taxi dall’aeroporto a casa e in quel momento siete vicini solo che c’è anche l’autista, quindi sei riunito ma non completamente. Non ancora”.
Il mio TikTok preferito della settimana.
La newsletter di oggi finisce qua, perdonate la versione più corta ma sono appunto in giro per il Giappone e le giornate sono super impegnate.
Ci risentiamo il prossimo giovedì che vi racconterò un po’ di quello che è successo :)
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Sempre completo nelle riflessioni che così diventano analisi
E sempre anche divertente che è meglio
Bellissima anche questa. La finisco in ritardissimo ma cerco di non perdermi nemmeno un edamame. L'ho pensato anche io di certe serie TV che ad una certa bastaaaa. Tipo streghe, bella per numero di stagioni. Il reboot politically correct mi è sembrato un po' eccessivo perché ha voluto includere troppi stereotipi da combattere. Capisco che sia un potente mezzo comunicativo e che il fine è sicuramente buono e tristemente necessario però non so se è la via giusta. Forse dietro ci vedo un tentativo di sfruttare un'idea per far soldi. Ad una certa basta!!
buon Giappone se sei ancora lì Mattia. A giovedì (sperando di essere puntuale ahah)