È un fenomeno interessante e forse un piccolo o grande cambio di paradigma, tuttavia rimango scettico sulla sua reale utilità.
Il “rapist” di AOC mi sembra su un pino diverso rispetto ai meme, il primo è un abbandono del politicamente corretto per arrivare ad una comunicazione diretta e dire, quasi con orgoglio, le cose come stanno. I meme mi sembrano solo puerili e si, ci stanno, ma non li trovo efficaci.
La controparte è professionista dei meme e raccoglie un consenso da questa comunicazione che non raccoglierà l’elettore di AOC. Se è una strategia mirata per togliere entusiasmo all’elettore che segue più i meme delle argomentazioni può essere funzionale, magari da account non ufficiali se ben coordinata.
Credo tuttavia che anche in Italia avremmo bisogno di un ritorno alla competenza, schietta e tagliente, ma articolata e ragionata.
Il ricordo va al dibattito tv tra Prodi e l’allora imbattibile Berlusconi, che ebbe un inatteso vincitore.
Oggi vedo tanto scimmiottare la comunicazione di chi parla alla pancia e dice banalità, temo sia però davvero poco vincente.
È un fenomeno interessante e forse un piccolo o grande cambio di paradigma, tuttavia rimango scettico sulla sua reale utilità.
Il “rapist” di AOC mi sembra su un pino diverso rispetto ai meme, il primo è un abbandono del politicamente corretto per arrivare ad una comunicazione diretta e dire, quasi con orgoglio, le cose come stanno. I meme mi sembrano solo puerili e si, ci stanno, ma non li trovo efficaci.
La controparte è professionista dei meme e raccoglie un consenso da questa comunicazione che non raccoglierà l’elettore di AOC. Se è una strategia mirata per togliere entusiasmo all’elettore che segue più i meme delle argomentazioni può essere funzionale, magari da account non ufficiali se ben coordinata.
Credo tuttavia che anche in Italia avremmo bisogno di un ritorno alla competenza, schietta e tagliente, ma articolata e ragionata.
Il ricordo va al dibattito tv tra Prodi e l’allora imbattibile Berlusconi, che ebbe un inatteso vincitore.
Oggi vedo tanto scimmiottare la comunicazione di chi parla alla pancia e dice banalità, temo sia però davvero poco vincente.