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Maria's avatar

Ho un bimbo di quasi due anni. Va al nido, lo porto al parchetto, cerco di stimolarlo con giochi, musica, libri adatti alla sia età. Purtroppo ci sono circostanze in cui accendergli un po'di TV con programmi tipo cartoni, George curioso, o canzoni come Lucilla su youtube, è questione di sopravvivenza.Quando la casa è un disastro e il bimbo ti segue in continuazione, e non riesci a fare più cose contemporaneamente e non c'è nessuno che può tenerlo. Quando il bimbo è malato (e frequentando un nido capita spesso) e devi in contemporanea lavorare in smartworking. Smartphone e Tablet assolutamente non glieli do, ma in certe circostanze, lo confesso, non trovo alternative alla TV.

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Mattia Marangon's avatar

Non è una colpa, anzi, credo che sia importante normalizzare il fatto che a volte la TV possa essere un’alleata nella gestione quotidiana, soprattutto con mille urgenze da tenere insieme.

Il punto, semmai, non è nel singolo episodio, ma nella tendenza: è fondamentale rendersi conto di quando lo schermo entra in gioco, perché, e che funzione assume nella giornata del bambino. Se resta un aiuto occasionale in un contesto già ricco di stimoli, cura e presenza allora è ottimo. L’importante è che non diventi l’unico rifugio.

E parlarne con onestà, come hai fatto tu, è già un grande passo verso quella consapevolezza che, alla fine, è tutto ciò che serve davvero.

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Michela's avatar

Ciò che conta, allora, non è quanto tempo questi bambini passano davanti a uno schermo, ma "cosa, GLI ADULTI, GLI FANNO IMPARARE a cercare in quello schermo":

Perché, alla fine della fiera, non è "colpa" dei bambini se imboccano la strada del digitale e della relazione fittizia (unilaterale) e mi fermo qui...

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Mattia Marangon's avatar

Esattamente, dare un telefono o accendere la tv spesso è una soluzione tanto facile quanto comoda, ma le conseguenze possono essere molto gravi.

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enrico zanieri's avatar

stavolta ti sei superato.... bravo!

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Mattia Marangon's avatar

Grazie di cuore Enrico 🙏

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Daria's avatar

Considerazioni interessanti che spingono ogni genitore giustamente a riflettersu un tema così importante. Mi domando quanto fattori come età del bambino, tempo Di esplosizione e bilanciamento con attività e stimoli nella vita reale (scuo lettura sport biblioteca disegni)amicizie famiglia cani e relazioni interpersonali possono incidere nell’impatto finale. Oppure è ininfluente il contesto e l’età e quell’attività di you tube anche di un’ora al giorno ha effetti disastrosi? E vale solo per YouTube e il click o lo stesso per la televisione e i cartoni in genere?chiedo da genitore preoccupata che si po e continui domane sul proteggere e tutelare la propria figlia

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Marco Faré's avatar

Poi uno si chiede come mai fanno fatica a gestire le proprie emozioni, una volta cresciuti.

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Mariapia Petrone's avatar

Circa Youtube ho un'unica e ferma e da sempre posizione: NO

Internet SI

Tecnologia positiva e utilizzata positivamente SI

Fattualmente non possiamo remare contro la corrente dei tempi, del progresso e dello sviluppo tutto, in termini educativi, formativi (si pensi nell'ambito medicina) ma alcuni "angoli tecnologici" che sono ormai installati sono superflui e pressoché dannosi (o più precisamente, il rischio di diventare dannosi è troppo alto da passare una valutazione totale)

Youtube, per me, non fa parte di quel positivo

Youtube, per me, potrebbe essere switchato off e se ne avrebbe guadagno in molti termini

e SI, la responsabilità circa l'atteggiamento dei e verso i bambini, circa l'assorbimento della tecnologia da parte dei bambini stessi è a carico degli adulti educatori, che siano questi educatori di professione, genitori o altra forma di incaricato alla tutela. Sono questi ad avere indiscutibilmente i compiti di vigilanza e di correzione in materia di emotività e socialità per i bambini

ciao Mattia (sono stata troppo tranchant? troppo "mirata?

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Mattia Marangon's avatar

Sono d'accordo, alcune piattaforme sono diventate così pervasivamente parte della nostra quotidianità che fatichiamo perfino a metterle in discussione. Eppure farlo è necessario, anche per quelle piattaforme che sembrano più "educative" come YouTube, soprattutto per le fasce più a rischio, come i bambini. Ma prendersi la responsabilità sembra che stia diventando sempre più difficile.

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